Dopo il discioglimento nell'acqua per preparazioni iniettabili
F.U. inclusa nella confezione, 1 ml della soluzione contiene:
L'ANTITROMBINA III IMMUNO si presenta come polvere
liofilizzata accompagnata dal relativo volume di solvente.
Il prodotto è disponibile in confezioni da: 500, 1000 e
1500 U.I. da disciogliere rispettivamente in 10, 20 e 30 ml di
acqua per preparazioni iniettabili F.U. Ogni confezione contiene
un set per la ricostituzione ed iniezione.
Il prodotto ricostituito deve essere somministrato per via
endovenosa.
- [Vedi Indice]
La carenza di antitrombina III, congenita o acquisita,
è legata ad un rischio aumentato di complicanze
tromboemboliche e ad una ridotta o assente reazione
all'eparina.
Per questo motivo la somministrazione dell'antitrombina III
è indicata per la profilassi e la terapia dei fenomeni
tromboembolici dovuti a:
1. Carenza congenita, in particolare in caso di
intervento chirurgico, gravidanza o parto
2. Carenza acquisita, in particolare in caso di:
Rischio o esistenza di una microtrombosi capillare a causa di
coagulazione intravascolare disseminata (p.e. politrauma,
complicazioni settiche, shock, preeclampsia ed altri stati
patologici associati a coagulopatia da consumo acuta).
*�� 1 U.I. (Unità Internazionale) di antitrombina III,
secondo lo standard di riferimento della WHO,� corrisponde
all'attività di antitrombina III presente in 1 ml di
plasma fresco normale.
�
- ����� Trombosi o rischio di trombosi in pazienti con
sindrome nefrotica o enteropatie.
-������ Interventi chirurgici ed emorragie in pazienti
con grave insufficienza epatica, soprattutto se questa
richiede un trattamento sostitutivo con concentrati di
fattori della coagulazione (complesso protrombinico).
�
Il dosaggio viene� stabilito in relazione alla causa e
all'entità della carenza di antitrombina III,
nonché al suo consumo. Per stabilire esattamente il
dosaggio è pertanto necessario in ogni caso
determinare il livello dell'antitrombina III. I valori
normali dell'attività di antitrombina III sono compresi
tra l'80 e il 120%.
Già una diminuzione dell'attività al di sotto
del 70% del valore normale comporta un'aumentata tendenza
trombotica. Il livello dell'antitrombina III da raggiungere deve
essere almeno l'80% del valore normale.
Il tempo di emivita biologico dell'antitrombina III è
di circa 60 ore in situazioni normali o in caso di carenza
congenita, nella carenza acquisita il tempo di emivita
è considerevolmente ridotto e nei casi estremi di consumo
acuto (coagulazione intravascolare disseminata) è soltanto
di poche ore.
La durata della terapia varia da paziente a paziente. Di norma
la somministrazione dell'ANTITROMBINA III IMMUNO, non
è più necessaria dopo la normalizzazione dei
parametri di laboratorio e la scomparsa della
sintomatologia clinica. Il controllo dell'attività
dell'antitrombina III nel plasma può essere tuttavia
ulteriormente indicato.
Per la determinazione dell'attività dell'antitrombina
III nel plasma e per il controllo dell'efficacia della terapia
sostitutiva è consigliabile misurare
l'attività biologica, p.e. con substrati cromogenici
(metodo amidolitico).
�
Indicazioni specifiche per il dosaggio nella
coagulopatia da consumo
Premessa per un sufficiente dosaggio è la
determinazione dell'antitrombina III da effettuarsi prima di
iniziare la terapia ed in seguito a brevi intervalli di circa
4-6 ore. Il livello plasmatico dovrebbe essere
aumentato almeno all'80-100% del valore normale. Se
l'attività si abbassa ad un livello inferiore al 70%
è necessaria un'ulteriore somministrazione. Per
il calcolo della dose si può applicare la seguente
formula indicativa:
U.I.di AT III da infondere = ID� x Kg di peso
corporeo
ID = Incremento Desiderato di Antitrombina III
(differenza tra l'attività di AT III che si intende
raggiungere e il suo valore basale)
In caso si somministri contemporaneamente eparina, si
deve tener presente che l'azione di quest'ultima viene potenziata
dall'antitrombina III (vedi:"Interazioni ").
�
2. Indicazioni specifiche per il dosaggio negli altri stati
carenziali di antitrombina III
In generale può essere somministrata una dose
iniziale di circa 1500 U.I. e successivamente la metà
della dose iniziale ad intervalli di 8-24 ore.
Per stabilire la dose esatta è indispensabile
la determinazione dell'attività dell'antitrombina
III.
Per il calcolo della dose si può applicare la
seguente formula indicativa:
������� �����
������������������������������������������ID� x Kg di peso corporeo
U.I.di AT III da infondere =-------------------------------------------------
������� �����
��������������������������������������������������� 2
�
Somministrazione
Ricostituire la soluzione seguendo le istruzioni riportate al
punto 6.6 ed iniettarla o infonderla lentamente per via
endovenosa. La velocità di somministrazione non deve
superare 5 ml/min.
�
Da usare con cautela nei pazienti con predisposizione
accertata a reazioni allergiche verso singoli componenti del
preparato.
�
Nel caso di reazioni allergiche o anafilattiche si deve
interrompere immediatamente la somministrazione.
Le reazioni lievi possono essere controllate con la
somministrazione di antistaminici. La terapia delle reazioni
ipotoniche gravi è quella del moderno trattamento
dello shock.
�
Avvertenze speciali
L'ANTITROMBINA III IMMUNO è preparata a partire da un
pool di plasma di donatori selezionati e costantemente
controllati per accertarne l'idoneità alla
donazione.
Allo stato attuale delle conoscenze scientifiche e
tecnologiche non è possibile escludere con assoluta
certezza il rischio di trasmissione di virus (sia conosciuti o ad
oggi sconosciuti) per mezzo di concentrati ottenuti da
plasma umano.
Ogni singola unità di plasma, proveniente da banche del
sangue e da Centri di Plasmaferesi autorizzati ed ubicati in
Europa e negli Stati Uniti, viene controllata per i valori delle
ALT e per l'assenza dell'antigene HBs e degli anticorpi
anti-HIV-1, anti-HIV-2 e
anti-HCV*.
L'ANTITROMBINA III IMMUNO è sottoposta ad un
trattamento di virus inattivazione mediante un particolare
processo di pasteurizzazione (60°C per 10 ore in soluzione
acquosa) con bassa concentrazione di stabilizzanti
(metodo di Holleman). Uno studio effettuato sugli
scimpanzé dal "Center for Biologics Evaluation and
Research" (C.B.E.R.) della FDA, USA (Tabor et al., 1981) ha
dimostrato che un concentrato di antitrombina III trattato con
questo metodo non ha trasmesso alcun virus dell'epatite.
In conformità alle raccomandazioni del CPMP ed alle
normative emanate dalla competente Autorità
Sanitaria, questo preparato è stato prodotto da un
pool di plasma umano ottenuto esclusivamente da singole donazioni
risultate negative alla ricerca di anticorpi anti-HCV.
Studi clinici devono ancora dimostrare se prodotti finiti
derivanti da tale plasma screenato risultino effettivamente
più sicuri per quanto concerne il rischio di trasmissione
di virus o di agenti patogeni molecolari rispetto ai
prodotti derivati da plasma ottenuto da donazioni non screenate
per la presenza di anticorpi anti-HCV.
In campioni di ANTITROMBINA III IMMUNO contaminati con 2 X
106 unità infettanti di HIV in vitro/ml non si
è riscontrato alcun virus infettante già dopo
un'ora di trattamento termico.
Da uno studio clinico prospettivo finalizzato alla valutazione
della sicurezza virale del concentrato di ANTITROMBINA III
IMMUNO, eseguito su pazienti controllati secondo criteri ICTH non
è risultato alcun caso di trasmissione di HBV, HCV (NANB)
o di HIV.
�
L'azione dell'Antitrombina III viene rafforzata dall'eparina.
La terapia combinata con eparina aumenta il rischio di emorragie
nei pazienti predisposti.
Nelle terapie combinate di concentrato di antitrombina III e
eparina, per il dosaggio dell'eparina, si deve tener presente che
l'effetto anticoagulante è potenziato. Inoltre, nei
pazienti affetti da trombocitopenia, vi può essere una
carenza del fattore trombocitario 4, la quale contribuisce a
ridurre la neutralizzazione dell'eparina aumentando quindi la
tendenza emorragica.
In linea di massima, per la terapia combinata con eparina,
sono raccomandabili regolari controlli del PTT (tempo di
tromboplastina parziale) e il corrispondente adeguamento del
dosaggio di eparina.
�
La sicurezza dei concentrati di antitrombina III somministrati
durante la gravidanza non è stata valutata in studi
clinici controllati.
Le sperimentazioni su animali da laboratorio non sono adatte
ai fini della valutazione della sicurezza del prodotto per quanto
riguarda la funzione riproduttiva, lo sviluppo dell'embrione o
del feto, il decorso della gravidanza e lo sviluppo
prenatale e postnatale (categoria B2).
Ciononostante, durante la gravidanza e il periodo di
allattamento, l'ANTITROMBINA III IMMUNO può essere usata
se ritenuta necessaria.
�
Non è noto se i concentrati di antitrombina III abbiano
effetti sulla capacità di guidare autoveicoli e usare
macchinari.
�
Come per ogni terapia con derivati plasmatici, non si
può escludere con assoluta certezza che si manifestino
reazioni anafilattoidi o anafilattiche (ipertermia, urticaria,
nausea, vomito, dispnea, ipotensione arteriosa, shock
anafilattico).
�
Non sono noti finora sintomi da sovradosaggio di antitrombina
III.
�
L'antitrombina III è uno dei principali inibitori della
coagulazione presenti nel sangue. L'azione inibente si basa
sulla formazione di legami covalenti tra l'antitrombina III e il
centro attivo delle proteasi seriche. I complessi di
inibitori e enzimi coagulanti vengono eliminati dal sistema
reticolo-endoteliale. I fattori maggiormente inibiti
sono la trombina e il fattore Xa. Inoltre l'antitrombina III
agisce sui fattori IX, XI e XII attivati. L'eparina agisce come
catalizzatore accelerando la reazione. L'attività
dell'antitrombina III è dell'80-120% negli adulti e
del 40 - 60 % nei neonati.
I concentrati di antitrombina III derivati da plasma umano
vengono distribuiti e metabolizzati nello stesso modo degli
inibitori fisiologici.
�
Dagli studi di farmacocinetica sull'antitrombina III è
risultata un'emivita biologica di circa 3 giorni. Il trattamento
concomitante con eparina può comportare una riduzione
dell'emivita a circa 1 giorno e mezzo.
In condizioni di grande consumo l'emivita può risultare
ridotta a poche ore.
�
L'antitrombina III umana è un normale componente del
plasma umano. Le prove di tossicità acuta� hanno� scarsa�
importanza e� non consentono di valutare le� dosi� tossiche o
letali, e di determinare� il� rapporto�
dose-effetto.
Le prove di tossicità dopo ripetute somministrazioni su
animali da laboratorio non sono possibili a causa
della formazione di anticorpi. Finora l'antitrombina III non
è stata associata a tossicità embrio-fetale o
a potere oncogeno o mutageno.
Per quanto riguarda i modelli animali non è stato
descritto alcun segno di tossicità acuta.
�
Glucosio� ��������
Sodio cloruro
Sodio citrato 2 H2 0�������������� ��������
Tris(idrossimetil)aminometano���������������
�
L'ANTITROMBINA III IMMUNO non deve essere mescolata ad altri
medicinali.
�
Il prodotto liofilizzato è valido 3 anni dalla data di
preparazione se conservato a temperatura tra +2°C e +8°C.
La soluzione deve essere somministrata subito dopo la
ricostituzione.
I residui di soluzione devono essere opportunamente
eliminati.
�
L'ANTITROMBINA III IMMUNO deve essere conservata a temperatura
tra +2°C e +8°C .
Non congelare.
Tenere fuori dalla portata dei bambini.
�
La sostanza liofilizzata è confezionata in flaconi
siliconati in vetro sodico calcico trattato della classe
idrolitica II e l'acqua per preparazioni iniettabili F.U. in
flaconi di vetro borosilicato della classe idrolitica I. Tutti i
flaconi sono chiusi con tappi in caucciù clorbutile.
�
Schema per la ricostituzione del liofilizzato e
somministrazione della soluzione
Non utilizzare dopo la data di scadenza indicata
sull'etichetta.
L'ANTITROMBINA III IMMUNO deve essere conservata in forma
liofilizzata e ricostituita soltanto immediatamente prima
della somministrazione. Di solito la soluzione è limpida o
leggermente opalescente. Le soluzioni non limpide o con depositi
non devono essere somministrate.
Eventuali residui devono essere opportunamente
eliminati.
�
1.���� Riscaldare il flacone contenente il solvente a
temperatura ambiente (non oltre i 37°C)
�
2.���� Togliere i dischetti protettivi dai flaconi del
liofilizzato e del solvente (fig. 1) e disinfettare i tappi
di gomma dei due flaconi.
�
3.���� Le due estremità dell'ago di trasferimento sono
protette da due cappucci in plastica congiunti da un punto di
saldatura. Ruotare uno dei cappucci per rompere il punto di
saldatura, liberare l'ago (fig. 2) ed inserirlo nel tappo di
gomma del flacone del solvente (fig. 3)
�
4.���� Togliere l'altro cappuccio dell'ago di trasferimento
avendo cura di non toccare l'ago.
�
5.���� Capovolgere il flacone del solvente ed introdurre
l'estremità libera dell'ago di trasferimento fino a
metà della sua lunghezza nel tappo di gomma del flacone
del liofilizzato (fig. 4)
������� Poiché il flacone con la sostanza liofilizzata
è sottovuoto, il solvente verrà aspirato
all'interno.
�
6.���� Separare il flacone del solvente con l'ago inserito dal
flacone del liofilizzato (fig. 5) ed agitare leggermente
quest'ultimo per favorire il discioglimento.
�
7.���� Dopo il completo discioglimento della sostanza
liofilizzata inserire l'ago da sfiato (fig. 6); la schiuma
eventualmente formatasi si dissolverà rapidamente.
Togliere l'ago da sfiato.
�
8.���� Ruotare il cappuccio protettivo dell'ago filtro per
rompere la saldatura e toglierlo. Applicare l'ago filtro
alla siringa monouso ed aspirare la soluzione nella siringa
(fig. 7).
�
9.���� Togliere l'ago filtro ed applicare alla siringa l'ago
per iniezione (o l'ago a farfalla)
�
10.��� Somministrare la soluzione lentamente (non oltre
5ml/minuto) per via endovenosa
Se la soluzione viene infusa è opportuno impiegare
dispositivi per infusione monouso muniti di filtro.
�
BAXTER AG - Industriestraße, 67 - A 1220 Vienna,
Austria
Concessionaria: Baxter S.p.A. – V.le Tiziano, 25 –
I 00196 Roma
�
ANTITROMBINA III IMMUNO� 500 U.I.� A.I.C. n. 027113012 del
Ministero della Sanità
�
ANTITROMBINA III IMMUNO 1000 U.I.� A.I.C. n. 027113024 del
Ministero della Sanità
�
ANTITROMBINA III IMMUNO 1500 U.I.� A.I.C. n. 027113036 del
Ministero della Sanità
�
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30 novembre 2000
�
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