Compresse, soluzione iniettabile.
- [Vedi Indice]
Terapia e prevenzione di gravi disturbi del ritmo resistenti
alle altre terapie specifiche:� tachicardie sopraventricolari
(parossistiche e non parossistiche), extrasistoli atriali,
flutter e fibrillazione atriale.
Tachicardie parossistiche sopraventricolari reciprocanti come
in corso di Sindrome di Wolff-Parkinson-White. Extrasistoli e
tachicardie ventricolari.
Trattamento profilattico delle crisi di angina pectoris.
�
L’amiodarone ha peculiari caratteristiche farmacologiche
(assorbimento orale del 50%, estesa distribuzione tissutale,
lenta eliminazione, ritardata risposta terapeutica per via orale)
ampiamente variabili da individuo ad individuo; per questo la via
di somministrazione, il dosaggio iniziale e quello di
mantenimento debbono essere valutati caso per caso, adattandoli
alla gravità� dell’affezione e alla risposta
clinica.
I dosaggi raccomandati sono:
Trattamento dei disturbi del ritmo
Nel caso di disturbi del ritmo pericolosi per la vita il
trattamento può essere iniziato per via endovenosa, sotto
stretto controllo cardiologico, alla dose standard di 5 mg/kg da
somministrare in un intervallo di tempo compreso tra 20 minuti e
due ore, possibilmente diluiti in 250 ml di soluzione glucosata
al 5%.
Questa dose può essere ripetuta fino a raggiungere 1200
mg nelle 24 ore ad una velocità di infusione regolata
sulla base della risposta clinica.
In casi di estrema urgenza si possono somministrare 150 - 300
mg in 10 - 20 ml di glucosio al 5% per endovenosa lenta in 1 - 3
minuti. La durata dell’iniezione non deve in alcun caso
essere inferiore a 3 minuti. Non aggiungere altri prodotti nella
stessa siringa.
La terapia per via orale deve essere iniziata il più
precocemente possibile dopo aver ottenuto una soddisfacente
risposta clinica.
Nei casi in cui la terapia venga iniziata per via orale, ,il
dosaggio consigliato è di 600 mg al giorno fino ad
ottenere una buona risposta terapeutica, in media entro 2
settimane.
Successivamente la dose può essere gradualmente ridotta
fino a stabilire la dose di mantenimento abitualmente compresa
tra 100 e 400 mg al giorno.
Quando sia difficile stabilire una soddisfacente dose
giornaliera di mantenimento si può ricorrere ad una
terapia discontinua (es. 2-3 settimane al mese o 5 giorni alla
settimana).
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Trattamento profilattico delle crisi di angor
Attacco:
600 mg al giorno per circa 7 giorni.
Mantenimento:
100 - 400 mg al giorno o in maniera discontinua (5 giorni a
settimana o 2-3 settimane al mese).
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Terapia concomitante
Per i pazienti che assumono amiodarone in concomitanza a
inibitori dell'HMG-CoA reduttasi (statine), vedere paragrafi 4.4
"Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso" e 4.5 "Interazioni
con altri medicinali ed altre forme di interazione".
�
Ipersensibilità nota verso il prodotto o allo iodio.
Bradicardia sinusale, blocco senoatriale; disturbi gravi della
conduzione, non protetti da elettrostimolatore (blocco
atrio-ventricolari gravi, blocchi bi- o trifascicolari); malattia
sinusale non protetta da elettrostimolatore (rischio di arresto
sinusale); associazione con farmaci in grado di indurre torsioni
di punta (vedere “Interazioni”). Distiroidismi o
antecedenti tiroidei. Nei casi dubbi (antecedenti incerti,
anamnesi tiroidea familiare) effettuare un esame della
funzionalità tiroidea prima del trattamento.
Gravidanza, a meno di casi eccezionali, a causa degli effetti
negativi del farmaco sulla tiroide del feto.
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L’amiodarone può provocare effetti indesiderabili
di frequenza e gravità diverse.
Le manifestazioni osservate con maggiore frequenza non
giustificano la sospensione del trattamento (vedere
“Effetti indesiderati”). Tuttavia sono stati
segnalati effetti collaterali gravi, in particolare a carico del
polmone o lesioni da epatite cronica. Tali effetti sono rari alle
dosi abituali e compaiono per lo più in relazione
all’uso di dosi eccessive.
In ogni caso la riduzione della posologia o la sospensione del
trattamento dovranno essere valutate in funzione sia della
potenziale gravità dell’effetto collaterale che
della gravità della forma cardiaca in atto.
Il farmaco, quindi, soprattutto quando impiegato per via
venosa, deve essere utilizzato solo dopo aver esaminato
accuratamente le condizioni del paziente al fine di valutare se i
benefici attesi compensano gli ipotetici svantaggi; inoltre il
paziente dovrà essere attentamente sorvegliato dal punto
di vista clinico e di laboratorio per poter cogliere le
manifestazioni avverse ai loro primi segni ed adottare le misure
idonee.
Essendo gli effetti collaterali dell’amiodarone nella
maggior parte dei casi dose-dipendenti, essi potranno essere
evitati o la loro gravità potrà essere ridotta
ricercando accuratamente la posologia minima di mantenimento.
In caso di contemporanea prescrizione con altri farmaci,
soprattutto ad attività cardiologica, assicurarsi che non
esistano interazioni medicamentose note (vedere
“Precauzioni” e “Controindicazioni”).
In caso di offuscamento visivo o di diminuzione
dell’acuità visiva, praticare un esame
oftalmologico. La comparsa di dispnea, isolata o associata a
decadimento dello stato generale (affaticamento, dimagrimento)
impone un controllo radiologico polmonare (vedere “Effetti
indesiderati”).
Viene consigliato un esame periodico della funzionalità
tiroidea (T3, T4, test TRH-TSH) in caso di
trattamento protratto o nei soggetti anziani (vedere
“Effetti indesiderati”).
Il riscontro di un ipertiroidismo impone la sospensione del
trattamento, generalmente sufficiente ad avviare la guarigione
clinica.
In caso di ipertiroidismo di grado preoccupante, per se stesso
o in funzione delle sue ripercussioni a livello cardiaco, per
l’efficacia incostante degli antitiroidei di sintesi,
è raccomandabile il ricorso ad una corticoterapia decisa
(1 mg/kg) e sufficientemente protratta (3 mesi).
Viene raccomandato il controllo periodico della
funzionalità epatica.
In caso di epatomegalia o sospetta colestasi il farmaco
dovrebbe essere tempestivamente interrotto ed il paziente
sottoposto a controllo ecografico. Un aumento (2-4 volte la
norma) asintomatico delle sole transaminasi non sembra costituire
invece indicazioni alla sospensione del farmaco.
Per questi motivi il farmaco non può essere utilizzato
nei pazienti con evidenti segni clinici e di laboratorio di
epatopatia in atto; nei casi più lievi esso dovrà
essere impiegato solo quando indispensabile e dovrà essere
sospeso allorchè si manifesti un peggioramento del danno
epatico.
Si tenga inoltre presente che nel paziente anziano possono
essere particolarmente accentuati gli effetti
dell’amiodarone sull’attività cardiaca.
Nel corso del trattamento è consigliabile evitare
l’esposizione diretta alla luce solare.
Ad evitare gravi reazioni collaterali, non va assolutamente
praticata una seconda iniezione endovenosa se non dopo almeno 15
minuti dalla prima.
Per la presenza di alcool benzilico il prodotto per via
parenterale non deve essere somministrato ai bambini al di sotto
di due anni.
In relazione al ridotto effetto inotropo negativo,
l’amiodarone può venire utilizzato in caso di
insufficienza cardiaca. Per via parenterale (perfusione) è
necessaria prudenza in caso di insufficienza cardiaca grave
(rischio di aggravamento). In ogni caso, la via i.v. diretta
(bolo) è controindicata in presenza di insufficienza
cardiaca.
Nel corso di uno studio clinico non ancora concluso è
stato osservato un aumento del rischio di miopatia di 10 volte
nei pazienti trattati con simvastatina alla dose di 80 mg/die e
con amiodarone. Pertanto nei pazienti che assumono amiodarone in
associazione a simvastatina, il dosaggio di Simvastatina non deve
superare i 20 mg/die (vedere 4.5 "Interazioni con altri
medicinali ed altre forme di interazione").
La possibile interazione di amiodarone con le altre statine
non è nota.
Si suggerisce comunque una particolare attenzione quando
amiodarone viene somministrato in associazione agli inibitori
dell'HMG-CoA reduttasi (statine).
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Tenere il medicinale fuori dalla portata dei bambini
�
L’amiodarone può interferire con alcune sostanze
spesso utilizzate in terapie cardiologiche concomitanti,
rallentandone il metabolismo o rendendo più evidenti i
loro effetti a carico del cuore.
Sotto tale aspetto meritano una speciale menzione quei farmaci
o quelle condizioni (ipokaliemia, farmaci disperdenti potassio,
antiaritmici della classe 1A e altri) che, concorrendo con
l’amiodarone a prolungare l’intervallo QT, possono
favorirne l’effetto proaritmico.
Le seguenti associazioni possono pertanto essere considerate
delle controindicazioni, a meno che non siano giudicate
assolutamente necessarie da parte del medico.
Altri antiaritmici
Questa associazione può essere impiegata solo nei casi
di aritmie pericolose per la vita e non controllabili
completamente con un solo antiaritmico. Si raccomanda in ogni
caso uno stretto monitoraggio cardiologico ed un opportuno
aggiustamento delle dosi tenendo presente che l’amiodarone
aumenta i tassi plasmatici di alcuni farmaci antiaritmici come la
chinidina, la procainamide, la disopiromide e la flecainide.
Altri farmaci cardiovascolari
Beta-bloccanti e calcioantagonisti con effetto dromotropo
negativo (diltiazem, verapamil) e/o con effetto sulla
ripolarizzazione (bepridil).
Farmaci che inducono ipokaliemia
Es. alcuni diuretici e lassativi.
Si tenga presente che l’ipokaliemia in genere può
rendere inefficaci i farmaci antiaritmici o esaltarne le
potenzialità pro-aritmiche.
Pertanto l’ipokaliemia deve sempre essere corretta prima
di iniziare la terapia con amiodarone; l’associazione con
farmaci che inducono ipokaliemia deve essere pertanto condotta
sotto stretto controllo del livello ematico del potassio.
Farmaci IMAO
Associazione controindicata.
Farmaci metabolizzati dal citocromo P450 3A4
Quando tali farmaci sono co-somministrati con amiodarone,
inibitore del CYP 3A4, si può verificare un innalzamento
delle loro concentrazioni plasmatiche che comporterebbe un
possibile aumento della loro tossicità.
L'associazione di amiodarone con alte dosi di simvastatina
aumenta notevolmente il rischio di miopatia (vedi paragrafo 4.4
Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso).
La possibile interazione di amiodarone con le altre statine
non è nota.
Si suggerisce comunque una particolare attenzione quando
amiodarone viene somministrato in associazione agli inibitori
dell'HMG-CoA reduttasi (statine).
Poiché in soggetti cardiopatici è frequente e
necessaria la concomitante somministrazione di digossina o di
anticoagulanti orali, l’associazione con amiodarone
è consentita procedendo ad un aggiustamento posologico di
tali farmaci, controllando frequentemente il tempo di protrombina
e l’ECG (effetti sulla frequenza e sulla conduzione
atrio-ventricolare).
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Salvo casi eccezionali, a causa dei potenziali
effetti negativi del farmaco sulla tiroide del feto, l’uso
del farmaco in gravidanza è da evitare, così come
durante l’allattamento.
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Non sono noti effetti negativi dell’amiodarone sulla
capacità di guidare né sull’uso di
macchine.
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Apparato respiratorio
Tosse e dispnea accompagnate da segni radiografici e
funzionali di polmonite interstiziale (alterazione della
diffusione alveolo-capillare), che richiede la sospensione della
terapia e la somministrazione di farmaci corticosteroidei.
Apparato gastro-enterico
Nausea, vomito, anoressia, costipazione.
Un moderato aumento delle transaminasi, generalmente isolato
ed eccezionalmente associato ad ittero, è stato riportato
all’inizio del trattamento. La regressione è
costante alla sospensione del trattamento, ma spesso è
sufficiente una riduzione della posologia.
Sono stati osservati alcuni casi di epatite cronica:
l’istologia è quella di una epatopatia
pseudo-alcoolica. Dopo sospensione del trattamento i valori
biologici rientrano nella norma in qualche mese. In qualche caso
eccezionale l’evoluzione può essere irreversibile
(vedere “Avvertenze”).
Apparato cardiovascolare
L’amiodarone come altri antiaritmici può causare
alterazione del ritmo cardiaco. Gli effetti osservati (disturbi
del ritmo ventricoalre, torsioni di punta, ecc.) dipendono spesso
da interazioni medicamentose o sono legati all’esistenza di
fattori di rischio preesistenti (ipokaliemia).
Sono inoltre stati descritti bradicardia e alterazioni della
conduzione seno-atriale e atrioventricolare.
Il farmaco per via venosa può causare ipotensione,
generalmente di grado� moderato e transitorio.
Casi di ipotensione grave o di collasso sono stati riportati
in caso di sovradosaggio o di somministrazione troppo rapida (via
i.v. diretta).
Nota
Durante il trattamento con amiodarone l’ECG risulta
modificato. Questa modificazione “amiodaronica” si
evidenzia con una morfologia particolare dell’onda T, che
evidenzia l’allungamento della ripolarizzazione, e con
l’eventuale comparsa di un’onda U. Tale modifica
è segno di attività terapeutica e non di
tossicità e non controindica il proseguimento della
terapia.
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Tiroide
L’amiodarone può causare quadri di ipo e
ipertiroidismo; più frequenti sono aumenti del
T4, diminuzione del T3 con aumenti della
reverse-T3, aumento del TSH in pazienti eutiroidei sul
piano clinico.
Occhio
Microdepositi corneali, di frequenza pressochè
costante, quando l’impregnazione tissutale è
sufficiente. Abitualmente sono asintomatici e non controindicano
il proseguimento della terapia. Eccezionalmente possono
accompagnarsi alla percezione di aloni colorati: tali sintomi
sono strettamente soggettivi e non sono collegati a danni della
vista.
Costituiti da depositi lipidici complessi, tali microdepositi
corneali sono sempre reversibili dopo sospensione del
trattamento.
Sono stati osservati eccezionalmente alcuni casi di nevrite
ottica con offuscamento della vista e diminuzione
dell’acuità visiva. Attualmente non è stata
ancora stabilita una relazione con la somministrazione del
prodotto. In caso di insorgenza di questi sintomi si raccomanda
un esame oftalmologico.���
Apparato neuropsichico
Astenia, tremori, vertigini, parestesia, cefalea, insonnia,
neuropatie periferiche, turbe della sensibilità e della
motilità.
Cute e annessi
Eruzioni cutanee da fotosensibilizzazione.
Melanodermia di colore ardesia delle parti scoperte, che
regredisce lentamente dopo sospensione del trattamento.
Per via parenterale (vedi anche effetti cardiaci ed
epatici):
reazioni locali: irritazione o flebite, questo effetto
può essere evitato ponendo un catetere centrale.
sudore, nausea, vampate di calore (via i.v. diretta).
disturbi vari e che si riscontrano eccezionalmente (pochi casi
isolati) sono stati descritti dopo somministrazione i.v. diretta:
shock anafilattico, ipertensione intracranica benigna,
broncospasmo e/o apnea in caso di insufficienza respiratoria,
soprattutto in pazienti asmatici.
Gli effetti collaterali di minore gravità sono spesso
transitori e regrediscono con il passaggio alla dose di
mantenimento.
In caso di reazioni più gravi sarà necessario
procedere ad una riduzione del dosaggio o alla sospensione della
terapia.
�
Gli effetti secondari descritti al punto 3 sono
dovuti a sovradosaggio, per cui in questi casi è
sufficiente diminuire o sospendere la terapia.
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L’Amiodar è una specialità contenente
amiodarone, un derivato benzofuranico di sintesi ad
attività antiaritmica ed antianginosa.
Le proprietà fondamentali dell’amiodarone
sono:
un’attività antiadrenergica non competitiva nei
confronti degli alfa e beta recettori; il meccanismo
antiadrenergico dell’amiodarone non è stato
completamente chiarito.
Per queste sue proprietà
l’amiodarone antagonizza la tachicardia,
l’ipertensione e l’accresciuto consumo di ossigeno da
parte del miocardio indotto dalle amine simpaticomimetiche;
ciò spiega in parte le capacità antiaritmiche e
antianginose della sostanza che non si accompagnano a
significative modificazioni della contrattilità
miocardica.
un’attività sul potenziale di azione della
fibrocellula cardiaca consistente in un ritardo della
ripolarizzazione ottenuto mediante un prolungamento del
potenziale d’azione e del periodo refrattario
effettivo.
Per queste sue caratteristiche
l’amiodarone è considerato un antiaritmico
appartenente alla classe III.
Gli effetti dell’amiodarone sul periodo refrattario e
sulla conduzione intracardiaca si manifestano con un allungamento
del tratto PR e dell’intervallo QT.
Gli effetti elettrofisiologici dell’amiodarone, ben
documentati a livello del nodo del seno, della muscolatura
atriale e ventricolare e del sistema di conduzione, costituiscono
la base farmacologica della riconosciuta efficacia del farmaco
nel trattamento dei gravi disturbi del ritmo cardiaco.
�
L’amiodarone dopo somministrazione orale raggiunge il
picco plasmatico dopo 6-8 ore. Il farmaco si distribuisce in
molti tessuti; le concentrazioni ematiche sono basse e
l’equilibrio dinamico si raggiunge non prima di 6 giorni
dall’inizio del trattamento. Anche l’eliminazione
della sostanza procede lentamente, per via renale e biliare. Dopo
30 giorni dalla sospensione del trattamento l’organismo
contiene ancora dal 16 al 34% della dose assunta. Si calcola che
l’emivita del farmaco si aggiri sui 14-28 giorni.
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Tossicità acuta: DL50 nel ratto 170
mg/kg i.v. e 3 g/kg os, nel topo 450 mg/kg i.p., nel cane beagle
85-150 mg/kg i.v.
Tossicità cronica: nel ratto dopo 12 mesi di
trattamento a dosi di 50-100-200 mg/kg/die e nel cane dopo 9 mesi
a dosi di 30-60 mg/kg/die, non sono stati rilevati fenomeni di
mortalità, cali ponderali o variazioni dei parametri
biologici.
Teratogenesi: Indagini effettuate nel ratto e nel
coniglio (dose 100 mg/kg/die) non hanno evidenziato segni di
tossicità fetale del farmaco.
�
Compresse
Eccipienti
Lattosio monoidrato, amido di mais, polividone K90, silice
colloidale anidra, magnesio stearato.
Soluzione iniettabile
Eccipienti
Alcool benzilico, polisorbato, acqua p.p.i.� q.b. a ml 3.
�
Incompatibile con aminofillina, eparina e soluzioni di sodio
cloruro.
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La stabilità è di 5 anni per la soluzione
iniettabile e 3 anni per le compresse.
�
Non sono necessarie.
�
Scatola da 20 compresse in blister di
al/PVC
Scatola da 5 fiale da 150
mg
�
Nessuna.
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Sigma-Tau Industrie Farmaceutiche Riunite S.p.A.
Viale Shakespeare, 47 - 00144 Roma
�
Compresse: AIC n. 022033031�����������
Soluzione iniettabile: AIC n. 022033029
�
Da vendersi dietro presentazione di ricetta
medica.
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Rinnovo: Giugno 1995
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Non soggetto.
�
Settembre 2002
�
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