Interazioni - [Vedi Indice]
L'associazione di acido nalidixico con alte dosi di Melfalan
per via endovenosa ha causato la morte per enterocolite
emorragica in bambini.
In pazienti sottoposti a trapianto di midollo osseo, che
avevano ricevuto il trattamento di condizionamento con alte dosi
di Melfalan per via endovenosa e che successivamente erano stati
trattati con ciclosporina per prevenire la reazione immunologica
del trapianto contro l'ospite, sono state descritte alterazioni
della funzionalità renale.
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Come per tutti gli altri agenti chemioterapici citotossici,
quando un soggetto è trattato con Alkeran è
necessario consigliare l'adozione di precauzioni
contraccettive.
L'uso del Melfalan deve essere evitato, se possibile, durante
la gravidanza e particolarmente durante il primo trimestre. Per
ogni singolo caso i rischi per il feto vanno confrontati con i
benefici attesi per la madre.
Le madri che ricevono Alkeran non devono allattare.
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Non sono noti effetti negativi dell'Alkeran sulla
capacità di guidare e sull'uso di macchinari.
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Il più comune effetto indesiderato è la
depressione midollare, con leucopenia e trombocitopenia.
In circa il 30% dei pazienti trattati con Alkeran a dosi orali
convenzionali si sono manifestati effetti gastrointestinali come
nausea e vomito.
Occasionalmente sono stati osservati casi di stomatite.
In pazienti trattati per diversi mesi sono stati riportati
rari casi di reazioni allergiche all'Alkeran quali
orticaria, edema, rash cutanei e anafilassi. Tra questi
pazienti sono stati riportati anche due casi di arresto cardiaco
anche se la relazione con la�somministrazione di Alkeran non
è stata dimostrata.
Occasionalmente sono stati riferiti alcuni casi di eruzione
maculo-papulare e di prurito. Sono stati inoltre riferiti casi di
fibrosi polmonare e di anemia emolitica.
Sono stati riferiti casi di alopecia, ma sono poco
frequenti.
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I segni più frequenti di iperdosaggio acuto conseguente
a somministrazione per via orale sono rappresentati da
disturbi gastro-intestinali, come la nausea, il vomito, la
diarrea. L'effetto tossico principale è l'aplasia
midollare, con leucopenia e trombocitopenia.
Non si conoscono antidoti specifici. Il quadro ematico deve
essere attentamente controllato per almeno 4 settimane
dall'avvenuto sovradosaggio, fino alla ripresa evidente della
normale funzionalità midollare.
Se necessario si devono istituire misure generali di
supporto e trasfusioni ematiche.
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L'Alkeran (Melfalan) é un agente alchilante
bifunzionale. La formazione di composti intermedi contenenti
carbonio da ciascuno dei due gruppi bis-2-cloroetilici consente
l'alchilazione attraverso la formazione di un legame covalente
con l'atomo di azoto in posizione 7 della guanina e di legami
crociati tra i due filamenti di DNA.
Pertanto viene inibita la replicazione
cellulare.
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L'assorbimento del Melfalan, valutato in 13 pazienti a cui
sono stati somministrati 0,6 mg/Kg per via orale è
estremamente variabile, sia rispetto al tempo di comparsa
del farmaco nel sangue (da 0 a 336 minuti), sia rispetto alle
concentrazioni di picco raggiunte (da 70 a 630 ng/ml). La
biodisponibilità del Melfalan, valutata in 5 pazienti a
cui è stata somministrata una dose equivalente per via
endovenosa, è del 56 ± 27%.
L'emivita plasmatica è di 90 ± 57 minuti; l'11%
della dose si ritrova nelle urine dopo 24 ore.
L'assunzione di compresse di Alkeran subito dopo il pasto
determina un ritardo nel� raggiungimento della
concentrazione di picco plasmatico e una riduzione del�
39-45% dell'area delimitata dalle curve tempo-concentrazione
plasmatica.
La farmacocinetica dell'Alkeran somministrato sia a dosi
convenzionali che ad alte dosi è meglio rappresentata da
un modello bi-esponenziale a due compartimenti.
Con la somministrazione di una dose endovena in bolo singolo
compresa tra 0,5 e 0,6 mg/Kg in 8 pazienti, si sono avute una
emivita iniziale e terminale rispettivamente di 7,7 ± 3,3
minuti e 108 ± 20,8 minuti.
Dopo l'iniezione di Melfalan, nel plasma dei pazienti sono
stati rilevati monoidromelfalan e diidromelfalan, con livelli di
picco approssimativamente a 60 minuti per il primo e a 105 minuti
per il secondo.
Una simile emivita di 126 ± 6 minuti è stata
evidenziata quando il Melfalan veniva aggiunto in vitro (37
°C) al siero dei pazienti.
Ciò suggerisce che il processo più importante a
determinare l'emivita del farmaco nell'uomo sia una degradazione
spontanea, piuttosto che un metabolismo enzimatico.
In 15 bambini e 11 adulti la somministrazione endovena di alte
dosi di Alkeran (140 mg/m2), con forzatura della
diuresi, l'emivita media iniziale e terminale è stata
rispettivamente di 6,5 ± 3,6 minuti e 41,4 ± 16,5
minuti.
I dati attuali sul ruolo della funzione renale nella
eliminazione del Melfalan sono incerti.
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Mutagenicità, Cancerogenicità,
Teratogenicità
L'Alkeran è mutageno negli animali e sono state
osservate aberrazioni cromosomiche in pazienti trattati con
questo farmaco.
Il Melfalan, come altri agenti alchilanti, può essere
leucemogeno nell'uomo. Sono stati riportati casi di leucemia
acuta in seguito a trattamento prolungato con Melfalan per
malattie quali amiloidosi, melanoma maligno, mieloma multiplo,
macroglobulinemia, malattia da agglutinine fredde e cancro
dell'ovaio.
Un confronto tra pazienti con neoplasie ovariche, che hanno
ricevuto o no agenti alchilanti, ha mostrato che l'uso di questi,
compreso il Melfalan, aumenta in modo significativo l'incidenza
di leucemia acuta. Quando si prende in considerazione l'uso
del Melfalan il rischio leucemogeno deve essere bilanciato con i
potenziali benefici terapeutici.
Il potenziale effetto teratogeno dell'Alkeran� non è
stato indagato. In ragione delle sue proprietà mutagene e
similitudini strutturali con noti composti teratogeni, è
possibile che il Melfalan possa causare difetti congeniti nella
prole di pazienti trattati con il farmaco.
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Lattosio; Amido di mais; Magnesio stearato;
Polivinilpirrolidone; Eritrosina lacca dispersa (E127);
Gelatina.
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Non sono conosciute incompatibilità con altri
farmaci.
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Tre anni.
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Conservare a temperatura compresa tra 2-8 °C, in luogo
asciutto.
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Flacone da 25 compresse
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Nessuna.
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GlaxoSmithKline S.p.A. - Verona.
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Maggio 2000.
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Febbraio 2002
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