Principio attivo: captopril 25 mg.
Principio attivo: captopril 50 mg.
- [Vedi Indice]
Ipertensione: FU/CAP/2000 è indicato nel
trattamento dell'ipertensione. Può essere usato da solo o
in associazione con altri ipotensivi, specie i diuretici
tiazidici.
Insufficienza cardiaca congestizia: ACEPRILEX
è indicato nei pazienti con scompenso cardiaco ed è
da usare in associazione a diuretici e digitale.
Infarto del miocardio: ACEPRILEX è
indicato nel post-infarto in pazienti con disfunzione
ventricolare sinistra, anche in assenza di segni e sintomi di
scompenso cardiaco. La terapia a lungo termine con
ACEPRILEX è in grado di migliorare la
sopravvivenza, ritardare l'insorgenza e la progressione dello
scompenso cardiaco e ridurre il rischio di reinfarto e la
necessità di rivascolarizzazione coronarica.
Nefropatia diabetica: ACEPRILEX è
indicato nel trattamento dei pazienti affetti da nefropatia
diabetica. In questi soggetti ACEPRILEX è in grado
di prevenire la progressione dei danno renale, migliorando la
prognosi e la sopravvivenza.
�
FU/CAP/2000 può essere preso prima, durante o
dopo i pasti. Il dosaggio deve essere determinato
individualmente.
Adulti
Ipertensione arteriosa: nei pazienti non in trattamento con
altra terapia antiipertensiva, iniziare con 50 mg giornalieri di
ACEPRILEX in una o due somministrazioni. Dopo
due-quattro settimane, qualora si desiderasse un più
marcato effetto antiipertensivo, la dose di ACEPRILEX
può essere aumentata a 100 mg giornalieri, sempre in una o
due somministrazioni. Successivamente, nei pazienti in cui non
fosse stato raggiunto un soddisfacente controllo dei valori
pressori, è consigliabile aggiungere una modesta dose di
diuretico tiazidico, ad es. 25 mg/die di idroclorotiazide.
Nei pazienti ipertesi già in terapia diuretica,
si consiglia di aggiungere ACEPRILEX a dosaggi inferiori.
Questo accorgimento posologico è suggeribile anche per i
pazienti fortemente sodio e/o volume depleti. Qualora dopo due
settimane di tale terapia si desiderasse un ulteriore effetto
antiipertensivo, incrementare la posologia di ACEPRILEX
seguendo lo schema precedentemente esposto. Nella terapia
dell'ipertensione arteriosa essenziale lieve‑moderata con
ACEPRILEX, il controllo dei valori pressori è
ottenuto generalmente con posologie giornaliere comprese fra 50 e
100 mg. In casi particolari, o secondo giudizio del Medico,
è possibile utilizzare posologie superiori comunque non
eccedenti i 450 mg al giorno. Nei casi in cui si impone una
rapida riduzione dei valori pressori, è possibile
incrementare, sotto controllo Medico, la posologia giornaliera di
ACEPRILEX ogni 24 ore fino al raggiungimento di un
controllo soddisfacente della pressione arteriosa o finché
non sia stata raggiunta la dose massima di ACEPRILEX.
Insufficienza cardiaca congestizia: la dose iniziale di
ACEPRILEX è generalmente di 25 mg 2 o 3 volte al
giorno. Al fine di minimizzare l'incidenza e la durata di effetti
ipotensivi occasionali (possibili nei pazienti con insufficienza
cardiaca congestizia già ipotesi – vedi "Speciali
precauzioni per l'uso") è suggeribile in tali casi
instaurare la terapia con dosi iniziali pari a 6,25 o 12,5 mg due
o tre volte al giorno. In genere, la posologia efficace è
compresa entro 150 mg/die. Ulteriori aumenti dei dosaggi
giornalieri sono da attuare, possibilmente, solo dopo due
settimane al fine di osservare se si ottenga una risposta
soddisfacente. Non deve essere comunque superata la dose massima
giornaliera di 450 mg. ACEPRILEX si usa in associazione
con un diuretico e digitale a dosi normali. La terapia deve
essere iniziata in ospedale (vedi "Speciali avvertenze e
precauzioni per l'uso").
Infarto del miocardio: la terapia con ACEPRILEX
va iniziata in 3ª giornata, con una dose di 6,25 mg
ripetibile, ad intervalli di 12 ore. La dose giornaliera di
ACEPRILEX andrà gradualmente incrementata: 12,5 mg
tre volte al dì, nei successivi due giorni; e poi 25 mg
tre volte al dì, fino alla dimissione del paziente.
Successivamente, la posologia dovrà essere incrementata,
se ben tollerata, sino a 150 mg/die, in dosi refratte e
continuata cronicamente. In caso di ipotensione sintomatica,
può essere necessaria una riduzione della posologia
giornaliera ed il trattamento può essere proseguito con
dosi inferiori. ACEPRILEX può essere impiegato in
associazione con i farmaci normalmente utilizzati nella terapia
dei pazienti infartuati (trombolitici, ASA, beta‑bloccanti,
ecc.).
Nefropatia diabetica: il dosaggio di ACEPRILEX
raccomandato in pazienti con nefropatia diabetica è di
75-100 mg/die in dosi refratte. Nel caso sia necessario
ottenere ulteriori riduzioni della pressione arteriosa, altri
farmaci quali diuretici, beta-bloccanti, antipertensivi ad
azione centrale e vasodilatatori possono essere associati a
ACEPRILEX. L'eliminazione di ACEPRILEX può
risultare diminuita in soggetti con riduzione della funzione
renale. Pertanto, tali pazienti possono rispondere al trattamento
con dosaggi inferiori di farmaco o con somministrazioni meno
frequenti. Nei pazienti con grave riduzione della funzione
renale, la dose iniziale di ACEPRILEX deve essere ridotta
con successivi piccoli incrementi posologici effettuati ad
intervalli di una, due settimane. Inoltre, in tali pazienti, nel
caso di associazione con diuretici, è necessario
somministrare diuretici dell'ansa e non tiazidici.
Pazienti anziani: in tali pazienti è
consigliabile iniziare la terapia con bassi dosaggi.
Bambini: in questi pazienti, affetti da ipertensione
grave secondaria, la dose iniziale di ACEPRILEXè di
0,3 mg/kg, somministrata sotto stretto controllo Medico. Il
trattamento nei lattanti e nei bambini potenzialmente soggetti ad
avere ipotensione, come quelli in terapia diuretica, può
iniziare con 0, 15 mg/kg. La dose di ACEPRILEX è
somministrata due volte al giorno o a seconda della risposta del
singolo paziente.
Pazienti con disfunzioni renali: in presenza di
disfunzione renale, si verifica ritenzione di ACEPRILEX.
In questi pazienti è pertanto necessario regolare il
dosaggio. Dopo che si è ottenuto l'effetto terapeutico
desiderato, si consigliano i seguenti intervalli nel dosaggio per
evitare l'accumulo del farmaco:
�
Clearance della creatinina�������������� Intervallo del
dosaggio (ore)
����������� >
75�������������������������������������������� 8
�����������
75-35����������������������������������������
12-24
�����������
34-20����������������������������������������
24-48
�����������
19-8�������������������������������������������
48-72
72 - 108 (da 3 a 4½ giorni)
�
Ipersensibilità al Captopril. Gravidanza. Allattamento.
Stenosi aortica.
�
Angioedema: in pazienti trattati con
ACE-Inibitori, compreso il captopril, si è
manifestato angioedema. Se l'angioedema interessa la lingua, la
glottide o la laringe, va intrapresa immediatamente una terapia
d'emergenza per il rischio di soffocamento, anche fatale.
L'arrossamento limitato al viso, alle mucose orali, alle
labbra ed alle estremità sono reversibili con la
sospensione del farmaco.
Reazioni anafilattoidi. nel corso di recenti studi
clinici sono state osservate, in pazienti in terapia con
ACE-Inibitori, reazioni anafilattoidi durante emodialisi
con membrane per dialisi high-flux e durante aferesi delle
lipoproteine a bassa densità (LDL) eseguita con colonne al
destran-solfato. Questi pazienti dovranno essere trattati
con particolare attenzione, soprattutto coloro che hanno
già avuto reazioni simili.
In due pazienti in trattamento desensibilizzante al veleno di
imenotteri (p. es.: insetti come api, vespe, ecc.), la
contemporanea somministrazione di un altro
ACE-Inibitore ha provocato gravi reazioni anafilattoidi.
Pertanto, in tali pazienti il trattamento con ACE-Inibitori
deve essere attuato con cautela.
Proteinuria: l'incidenza di una proteinuria superiore a
1 g/die è risultata dello 0,7% in soggetti trattati con
captopril. Circa il 90% di tali pazienti riportavano una diagnosi
di pregressa nefropatia e/o un trattamento con dosaggi superiori
ai 150 mg/die di captopril. In un quinto dei pazienti con
proteinuria si è manifestata una sindrome nefrosica.
Nella maggior parte dei casi, la proteinuria è
diminuita o scomparsa entro sei mesi, anche quando il trattamento
con captopril non è stato interrotto. Nei pazienti con
proteinuria alcuni parametri della funzionalità renale
(azoternia e creatininemia) sono raramente risultati
alterati.
Nei pazienti con nefropatia o in quelli trattati con dosi di
captopril superiori a 150 mg/die è necessaria una
periodica valutazione della proteinuria.
Neutropenia/Agranulocitosi:in alcuni pazienti in
terapia con captopril, con preesistenti danni renali, malattie
del collageno o in trattamento con farmaci immunosoppressori o
citostatici, si è manifestata neutropenia; pertanto
è opportuno, in questi pazienti, eseguire una leucometria
con formula leucocitaria prima di iniziare il trattamento ogni
due settimane durante i primi tre mesi di terapia e
periodicamente in seguito.
Il rischio di neutropenia dipende dalle condizioni cliniche
del paziente.
Durante studi clinici su pazienti ipertesi con funzione renale
normale (creatinina sierica inferiore a 1,6 mg/dl e senza
malattie del collageno) la neutropenia si è manifestata in
un paziente su 8.600 trattati.
In pazienti con lieve disfunzione renale (creatinina sierica
superiore a 1,6 mg/dl) senza malattie del collageno ed in terapia
con dosi giornaliere relativamente alte di captopril, l'incidenza
di neutropenia si è verificata approssimativamente in un
caso ogni 500 pazienti trattati, dimostrando una frequenza 15
volte superiore a quella riscontrata per l'ipertensione non
complicata.
La contemporanea somministrazione di allopurinolo e captopril
è stata associata a neutropenia.
Durante studi clinici, nel 3,7% dei pazienti con malattie dei
collageno (per es.: lupus eritematoso sistemico, sclerodermia) e
funzione renale compromessa, si è verificata
neutropenia.
La neutropenia si è generalmente manifestata entro 3
mesi dall'inizio della terapia con captopril.
In genere, il numero dei neutrofili è ritornato nella
norma entro 2 settimane dall'interruzione della terapia con
captopril e le infezioni gravi si sono verificate esclusivamente
in pazienti dal quadro clinico complicato. Circa il 13% dei casi
di neutropenia ha avuto esito fatale ma tutti i decessi hanno
riguardato pazienti con gravi malattie come insufficienza renale,
malattie dei collageno, insufficienza cardiaca o in terapia con
immunosoppressori.
Si dovrà sempre tenere sotto stretto controllo la
funzione renale nei pazienti ipertesi o con insufficienza
cardiaca.
In pazienti con insufficienza renale si dovrà
effettuare il conteggio dei leucociti con formula leucocitaria
prima di iniziare la terapia con captopril. Tale analisi
verrà ripetuta ogni 2 settimane durante i primi 3 mesi
della terapia e periodicamente in seguito.
In pazienti con malattie del collageno o che assumono altri
farmaci noti influenzare i leucociti o la risposta immunitaria,
in particolar modo in presenza di insufficienza renale, il
captopril dovrà essere utilizzato solo se il beneficio
supera il rischio.
Dato che l'interruzione della terapia con captopril e altri
farmaci ha generalmente portato ad un immediato ritorno del
numero dei leucociti nella norma, allorquando la diagnosi di
neutropenia è confermata (conta dei neutrofili <
1000/MM3) il Medico dovrà interrompere la
terapia con captopril seguendo attentamente il decorso clinico
del paziente.
Ipotensione:i pazienti in terapia con diuretici, specie
quelli in cui tale terapia sia stata iniziata di recente, come
pure quelli soggetti a rigorosa restrizione dietetica di sodio o
sottoposti a dialisi, possono avere occasionalmente una riduzione
repentina della pressione arteriosa entro le prime tre ore
dall'assunzione della dose iniziale di captopril. Un effetto
ipotensivo esagerato può anche verificarsi, ma con minore
frequenza e minore intensità, dopo la seconda o terza
dose, Questa risposta accentuata è attribuita al fatto che
l'angiotensina II ha un ruolo importante nel mantenimento della
pressione arteriosa in condizioni di deplezione
sodio-volume. La possibilità di effetti ipotensivi
può essere ridotta al minimo sospendendo il diuretico o
aumentando l'assunzione di sodio circa una settimana prima di
iniziare il trattamento con ACEPRILEX. In alternativa il
paziente va tenuto sotto osservazione medica per almeno tre ore
dopo la dose iniziale. Se si verifica ipotensione, il paziente
deve essere posto in posizione supina praticandogli, se
necessario, una fleboclisi di soluzione fisiologica. Questa
transitoria risposta ipotensiva non costituisce una
controindicazione alla somministrazione di ulteriori dosi che
possono essere date senza difficoltà una volta che, dopo
l'espansione della volemia, la pressione arteriosa sia aumentata.
I pazienti con insufficienza cardiaca congestizia grave a valori
pressori normali o bassi possono anche presentare marcate cadute
della pressione arteriosa che in rari casi sono state
accompagnate da aritmia o disturbi di conduzione, dopo l'una o
l'altra delle dosi iniziali di captopril. In questi casi, in
considerazione del potenziale abbassamento della pressione
arteriosa e della gravità dell'insufficienza cardiaca
congestizia, la terapia deve essere iniziata in ospedale. I
pazienti vanno attentamente seguiti per le prime due settimane di
trattamento ed ogni volta che la dose iniziale di
ACEPRILEX e/o di diuretico viene aumentata.
Chirurgia anestesia: in pazienti sottoposti ad
interventi di alta chirurgia o durante l'anestesia con agenti che
producono ipotensione, ACEPRILEX bloccherà la
formazione di angiotensina II secondaria a liberazione
compensatoria di renina. Ciò può portare ad
ipotensione che può essere corretta mediante espansione
della volemia.
Funzione renale compromessa: in taluni soggetti
nefropatici, e particolarmente in quelli con stenosi dell'arteria
renale, si sono avuti aumenti dei tassi sierici di azoto e di
creatinina dopo la riduzione della pressione arteriosa con
captopril, di solito quando il farmaco veniva somministrato
unitamente ad un diuretico. Può essere quindi necessario
in tali casi ridurre il dosaggio di ACEPRILEX e/o
sospendere la somministrazione dei diuretico. In alcuni di questi
pazienti può non essere possibile normalizzare la
pressione arteriosa e mantenere una perfusione renale
adeguata.
Potassiemia:poiché ACEPRILEX diminuisce
la produzione di aldosterone può verificarsi un aumento
del potassio sierico in pazienti con insufficienza renale.
L'impiego di diuretici che risparmiano il potassio o di quote
integrative di potassio, ove ciò sia necessario, va
pertanto fatto con cautela in quanto può comportare un
aumento sensibile della potassiemia.
Reazioni di ipersensibilità: rashes e sintomi ad
essi associati (prurito, febbre e occasionalmente eosinofilia)
sono una possibile evenienza (vedi "Effetti indesiderati"). Il
rash è in genere lieve e scompare nel giro di giorni dopo
una riduzione del dosaggio e/o la somministrazione di un
antistaminico per alcuni giorni. In alcuni casi, la remissione
dei rash avviene spontaneamente, senza modificazioni della
posologia. In alcuni pazienti si è manifestato angioedema
del viso, delle mucose orali, e delle estremità,
reversibile con la sospensione del farmaco.
Informazioni ai pazienti:i pazienti devono essere
avvertiti di segnalare immediatamente al Medico l'eventuale
comparsa di segni indicativi di neutropenia (come ad esempio mal
di gola e febbre). Dopo trattamento con captopril, alcuni
pazienti con insufficienza cardiaca congestizia sono stati in
grado di aumentare in maniera straordinaria la loro
attività fisica. E' comunque prudente che tali pazienti
siano avvertiti di aumentare lentamente e cautamente la loro
attività fisica.
Stenosi aortica: ACEPRILEX, come altri farmaci
che riducono le resistenze vascolari, non va usato in pazienti
con stenosi aortica a causa delle potenziali pericolose
conseguenze della riduzione della perfusione coronarica
secondaria alla diminuzione della pressione arteriosa.
Uso pediatrico: poiché nei neonati e nei bambini
della prima infanzia la funzione renale non è equivalente
a quella degli adulti, si devono usare dosi più basse di
ACEPRILEX, mantenendo il paziente sotto stretto controllo
Medico.
Tenere fuori dalla portata dei bambini.
�
ACEPRILEX può essere usato in combinazione con
la maggior parte dei farmaci antipertensivi: diuretici tiazidici
e dell'ansa, clonidina, metildopa, guanabenz, betabloccanti,
prazosina, alfa-beta bloccanti, idralazina, nifedipina.
L'impiego di diuretici risparmiatori di potassio, ove ciò
sia necessario, va fatto con cautela in quanto può
comportare un aumento sensibile della potassiemia. La
combinazione di ACEPRILEX con un diuretico esplica un
effetto di tipo additivo. La dose efficace giornaliera di
ACEPRILEX sembra essere più bassa quando combinata
con un diuretico, rispetto a quando il farmaco viene usato da
solo o con un betabloccante. Ciò è dovuto al fatto
che, quando un diuretico causa deplezione sodica, viene stimolata
la liberazione di renina. Impedendo l’effetto pressorio
della renina, ACEPRILEX elimina l'azione autolimitante dei
diuretici. Da quanto detto, è comprensibile che la
riduzione della pressione arteriosa raggiunta associando un
betabloccante a ACEPRILEX, tende ad essere minore di
quando si associa un diuretico. Il principale risultato della
combinazione con un betabloccante è una significativa
riduzione della frequenza cardiaca.
Ipotensione: pazienti trattati con diuretici: i
pazienti in terapia con diuretici e specialmente quelli che hanno
iniziato di recente tale terapia, come anche coloro che osservano
un severo regime dietetico povero di sale o che sono in dialisi,
possono occasionalmente presentare un abbassamento repentino
della pressione, che si verifica generalmente durante la prima
ora successiva alla dose iniziale di captopril.
Agenti ad attività
vasodilatatrice:nitroglicerina o altri nitrati (usati per il
trattamento dell'angina) o altri medicinali ad attività
vasodilatatrice dovranno, se possibile, essere interrotti prima
di iniziare la terapia con ACEPRILEX. Se tali medicinali
saranno risomministrati durante terapia con ACEPRILEX,
questi dovranno essere utilizzati con cautela, e ai dosaggi
inferiori.
Agenti con attività sul sistema nervoso
simpatico: il sistema nervoso simpatico può avere una
importanza particolare nel regolare la pressione nei pazienti in
terapia con captopril da solo o in associazione con
diuretici.
Comunque, agenti con attività sul sistema nervoso
simpatico (per es. agenti bloccanti gangliari o bloccanti del
neurone adrenergico) dovranno essere usati con cautela. I farmaci
che bloccano il sistema betaadrenergico aggiungono alcuni effetti
antiipertensivi al captopril, ma la risposta è meno che
additiva.
Inibitori della sintesi endogena delle prostaglandine:
è stato riportato che l'indometacina può ridurre
gli effetti antiipertensivi del captopril. Altri agenti
antiinfiammatori non steroidei (per es.: aspirina) possono avere
questo stesso effetto.
Litio: in pazienti in terapia con ace-inibitori e
litio sono stati riportati aumenti dei livelli sierici di litio e
sintomi di tossicità da litio. Questi farmaci dovranno
essere somministrati in associazione con cautela e si raccomanda
il monitoraggio frequente dei livelli sierici del litio. Se viene
usato anche un diuretico, questo può aumentare il rischio
di tossicità da litio.
Ipoglicemizzanti: la somministrazione
contemporanea di ace-inibitori e farmaci antidiabetici
(ipoglicemizzanti orali o insulina) può causare un aumento
dell'effetto ipoglicemizzante di questi ultimi, con maggiore
rischio di ipoglicernia, soprattutto durante le prime settimane
di trattamento combinato ed in pazienti con funzionalità
renale compromessa.
�
Vedi “Controindicazioni”
�
Nessuno noto
�
Reazioni cutanee:in circa il 4-7% dei pazienti,
si verifica un rash, di solito pruriginoso, in genere durante le
prime quattro settimane di trattamento. È di norma
maculopapuloso, ma raramente orticarioide (vedi "Speciali
avvertenze e precauzioni per l'uso"). Sono stati anche osservati
prurito, arrossamento e fotosensibilizzazione. In qualche
paziente si è manifestato angioedema (vedi "Speciali
avvertenze e precauzioni per l'uso").
Reazioni gastrointestinali: circa il 2-4% dei
pazienti ha avuto una diminuzione o la perdita della percezione
del gusto. Tale fenomeno è reversibile e di solito
limitato nel tempo (2-3 mesi). Alla perdita del gusto
può associarsi perdita di peso. È stata osservata
stomatite con ulcerazioni pseudo-aftose. In qualche
paziente che riceveva il farmaco è stato riscontrato
aumento degli enzimi epatici, sebbene non si sia provata alcuna
relazione causale. Possono verificarsi irritazione gastrica e
dolore addominale.
Alterazioni epatiche: nel corso di trattamento con
ACE-Inibitori è stata raramente descritta una
sindrome itterica con grave evoluzione verso l'epatite
fulminante. Pertanto, i pazienti trattati con ACE-Inibitori
che sviluppino ittero o marcato incremento degli enzimi epatici
devono sospendere la terapia ed essere adeguatamente
trattati.
Reazioni renali: proteinuria (v. "Speciali avvertenze e
precauzioni per l'uso"). Transitoria elevazione dell'azotemia e
della creatininemia (v. "Speciali avvertenze e precauzioni per
l'uso"). Aumento della potassiemia (v. "Speciali avvertenze e
precauzioni per l'uso").
Reazioni ematiche:Neutropenia/agranulocitosi (v.
"Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso").
Reazioni cardiovascolari: dopo l'inizio della terapia
con captopril in pazienti in corso di trattamento con diuretici o
dopo l'aggiunta di un diuretico al regime terapeutico, può
verificarsi ipotensione (v. "Speciali avvertenze e precauzioni
per l'uso"). In qualche paziente con volemia diminuita è
stata osservata tachicardia.
Altre reazioni: sono stati riferiti parestesie delle
mani, manifestazioni del tipo malattia da siero, tosse,
broncospasmo e linfoadenopatie. ACEPRILEX può
causare una falsa positività del test urinario per
l'acetone.
�
Nel caso di eccessivo dosaggio, il problema più
importante è costituito dall'ipotensione. Il trattamento
di elezione per la normalizzazione della pressione arteriosa
è l'espansione della volemia con un'infusione endovenosa
di soluzione fisiologica. Il captopril si elimina per
dialisi.
�
ACEPRILEX (captopril) inibisce l'enzima convertitore
dell'Angiotensina I in Angiotensina II (ACE) nel sistema
renina-angiotensina-aldosterone (RAA); inoltre blocca
la chininasi II (identica all'ACE) responsabile della
degradazione delle chinine (bradichinina), sostanze ad azione
vasodilatatrice diretta o mediata da prostaglandine. Comunque,
non esiste una reale correlazione tra i livelli di renina e la
risposta al farmaco.Effetti: riduzione resistenze
periferiche, riduzione volume circolante per riduzione
aldosterone.Risultato: diminuzione della pressione
arteriosa, in clino- ed ortostatismo. L'inizio della
diminuzione della pressione arteriosa avviene dopo circa 15'.
L'effetto massimo si ha dopo circa 90'. Gli effetti sulla
riduzione della pressione del captopril e dei diuretici tiazidici
si sommano. Durata effetto: dose-dipendente.
Effetti clinici ed emodinamici nell'iperteso: non
aumento dell'indice cardiaco; non aumento frequenza cardiaca. A
livello renale: aumento flusso ematico. Studi sperimentali e
clinici hanno evidenziato la capacità del captopril di
indurre una regressione dell'ipertrofia ventricolare, mantenendo
una normale funzione sistolica ed inducendo un miglioramento
della capacità di riempimento ventricolare nella prima
fase diastolica.
Insufficienza cardiaca congestizia: diminuisce le
resistenze vascolari sistemiche; aumenta la portata cardiaca (per
aumento della gittata); diminuisce la pressione capillare
polmonare; non aumenta la frequenza cardiaca. Globalmente si ha
la riduzione sia del pre-carico che del post-carico. Il
captopril ha migliorato la sopravvivenza a lungo termine nei
soggetti con infarto acuto del miocardio che evidenziavano una
disfunzione ventricolare (frazione di eiezione 40%) anche in
assenza di segni o sintomi di scompenso cardiaco. La prognosi di
tali pazienti è risultata migliorata e si è
osservata una riduzione della insorgenza e della progressione di
scompenso cardiaco ed anche della necessità di
ospedalizzazione per tale patologia. Inoltre, nei pazienti
trattati con captopril è stata osservata una minore
incidenza di reinfarto. Tali effetti sono risultati additivi a
quelli della terapia di base del post-infarto
(trombolitici, aspirina, beta-bloccanti, ecc.), e
indipendenti dall'età, sesso, sede dell'infarto ed
entità della disfunzione ventricolare. Il meccanismo
d'azione di ACEPRILEX che può giustificare i
suddetti effetti consiste nella riduzione della progressiva
dilatazione ventricolare sinistra (rimodellamento) e del
deterioramento della funzione ventricolare, unitamente ad una
attività anti-ischemica ed alla inibizione
dell'attivazione neuroumorale frequentemente presente in questi
pazienti.
Effetti metabolici: ACEPRILEX non modifica il
metabolismo glicidico, lipidico, né altera i livelli di
acido urico. Studi clinici controllati condotti in soggetti con
diabete insulino-dipendente e proteinuria hanno dimostrato
una riduzione del 51% del deterioramento della funzione renale ed
un analogo decremento di eventi clinici (necessità di
terapia dialitica, trapianto renale, morte), rispetto al gruppo
di controllo. L'effetto del trattamento nel ridurre la
progressione del danno renale risulta indipendente dalla
riduzione della pressione arteriosa. Inoltre, in altri studi
condotti su soggetti diabetici con microalbuminuria il captopril
ha ridotto l'entità della proteinuria e rallentato il
declino della funzione renale nel corso di 2 anni di trattamento.
Non si sviluppa tachifilassi (osservazione dopo 30 mesi di
terapia ininterrotta).
�
Viene rapidamente assorbito. Le concentrazioni massime sono
raggiunte circa ad un'ora dalla somministrazione. A stomaco vuoto
l'assorbimento minimo medio è di circa il 75%. Questo
assorbimento è ridotto fino al 35-40% in presenza di
cibo nel tratto gastro-intestinale. Circa il 25-30%
di ACEPRILEX assorbito si lega alle proteine plasmatiche.
L'emivita ematica della radioattività dopo una dose
radioattiva è probabilmente meno di 3 ore (captopril
immodificato). L'eliminazione di ACEPRILEX avviene per il
75% con le urine (50% immodificato ed il rimanente sotto forma
coniugata). Gran parte di una dose viene eliminata entro 12
ore.
�
Tossicità acuta:DL50 orale 6000
mg/kg; endovenosa 1000 mg/kg; intraperitoneale 400 mg/kg nei
topi.
Tossicità subacuta:cani: (trattati 4 mesi) 100
mg/kg/die e 200 mg/kg/die per via orale: nessun segno di
tossicità. Ratti: (trattati 3 mesi) 50 mg/kg/die, 150
mg/kg/die e 450 mg/kg/die per via orale - Nessuna evidenza
di tossicità ematochimica - Lieve riduzione ponderale,
dose dipendente.
Tossicità cronica:cani (trattati 1 anno) 50
mg/kg/die, 100 mg/kg/die - Nessun effetto di tossicità.
Ratti (trattati 2 anni) 50 mg/kg/die, 150 mg/kg/die e 450
mg/kg/die per via orale - Lieve riduzione ponderale dose
dipendente. Lieve riduzione eritrociti, lieve leucocitosi, lieve
aumento azotemia nel gruppo trattato con dosaggi maggiori.
Scimmie (trattate 1 anno): nessun effetto collaterale a 50
mg/kg/die.
Teratologia:ratti: nessun effetto sulla
fertilità, nessuna azione embriotossica, fetotossica o
teratogenica, nessun effetto dannoso su ratte o prole fino a
dosaggi di 400 mg/kg durante la gestazione. Conigli: nessuna
evidenza embriotossica, tuttavia il 21, 31 e 94% dei feti
trattati rispettivamente con 15, 50, 150 e 450 mg/kg sono
deceduti vari giorni dopo l'interruzione del trattamento.
�
Cellulosa microcristallina, amido, lattosio, acido
stearico.
�
Nessuna.
�
48 mesi.
�
Nessuna.
�
ACEPRILEX 25: Astuccio contenente 50 compresse da 25 mg
in blister
ACEPRILEX 50: Astuccio contenente 24 compresse da 50 mg
in blister
�
Uso orale.
�
Farma Uno S.r.l. – Via Conforti, 42 – 84083 Castel
San Giorgio (SA)
�
AIC N. 035324021
AIC N. 035324019
�
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