ACEDIUR MITE.
Compresse per uso orale, con barra di frattura parziale
impressa su una faccia.
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IPERTENSIONE ARTERIOSA. (ACEDIUR MITE può essere
impiegato in sostituzione della terapia attuata con i suoi
principi attivi somministrati separatamente).
ACEDIUR MITE è indicato nei pazienti nei quali si
desideri intervenire con bassi dosaggi di diuretico.
Ipertensione arteriosa: una compressa di ACEDIUR MITE al
giorno, preferibilmente al mattino.
La maggior parte dei pazienti risponde a questa posologia,
tuttavia se a distanza di 4 settimane si ritenesse opportuno
ottenere ulteriori decrementi della pressione arteriosa,
modificare la posologia raddoppiandola. Pazienti anziani:
in tali pazienti è consigliabile iniziare la terapia con
bassi dosaggi.
ACEDIUR MITE è controindicato in pazienti anurici o con
ipersensibilità nota al captopril, ai tiazidici o ad altri
farmaci derivati dalle sulfonamidi.
Storia di edema angioneurotico associato a precedente terapia
con ACE-Inibitori.
Gravidanza - Allattamento.
Angioedema - In pazienti trattati con ACE-Inibitori,
compreso il captopril, si è manifestato angioedema. Se
l'angioedema interessa la lingua, la glottide o la laringe, va
intrapresa immediatamente una terapia d'emergenza per il rischio
di soffocamento, anche fatale. L'arrossamento limitato al viso,
alle mucose orali, alle labbra ed alle estremità è
reversibile con la sospensione del farmaco.
Reazioni anafilattoidi - In pazienti in terapia con
ACE-Inibitori sono state osservate reazioni anafilattoidi durante
emodialisi. Questi pazienti dovranno essere trattati con
particolare attenzione.
In due pazienti in trattamento desensibilizzante al veleno di
imenotteri (p. es.: insetti come api, vespe, ecc.), la
contemporanea somministrazione di un altro ACE-Inibitore ha
provocato gravi reazioni anafilattoidi. Pertanto, in tali
pazienti il trattamento con ACE-Inibitori deve essere attuato con
cautela.
Proteinuria - In pazienti in trattamento con captopril
e con preesistenti lesioni renali sono riportati casi di
proteinuria e transitoria elevazione dell'azotemia e della
creatininemia. Nei pazienti senza precedenti anamnestici di
malattie renali e trattati con 150 mg/die o meno di captopril,
l'incidenza della proteinuria è stata dello 0,2%. Tale
fenomeno è stato osservato nello 0,7% del totale dei
pazienti che assumevano il captopril. Ciò si è
verificato prevalentemente nei pazienti con preesistenti malattie
renali o che avevano assunto dosaggi relativamente alti di
captopril (oltre 150 mg/die) o con entrambe le condizioni. In
tali pazienti la valutazione delle proteine urinarie (dipstick)
dovrebbe essere fatta prima del trattamento, e periodicamente in
seguito. In questi casi non si sono avute alterazioni della
funzionalità renale (valutata mediante azotemia e
creatininemia) nei pazienti nei quali non era esistente una
precedente malattia renale, verificandosi solo infrequentemente
negli altri. In circa un quinto dei pazienti proteinurici, si
è evidenziata una sindrome nefrotica. Nella maggioranza
dei casi, la proteinuria diminuiva o scompariva entro sei mesi,
sia sospendendo che continuando la terapia con captopril. Sebbene
in reperti bioptici provenienti da alcuni pazienti proteinurici
sia stata riscontrata una glomerulopatia membranosa, non è
possibile stabilirne un rapporto causale con il captopril, sia
perché non erano state effettuate biopsie pretrattamento,
sia perché è dimostrata la possibilità
dell'instaurarsi di una glomerulopatia membranosa in pazienti
ipertesi che non assumono captopril.
Funzione renale compromessa - I tiazidici sono meno
efficaci nei pazienti portatori di grave insufficienza renale; in
questi pazienti è spesso consigliabile usare un diuretico
dell'ansa; ACEDIUR MITE non è pertanto indicato in simili
situazioni patologiche. È stato osservato inoltre che,
importanti ma infrequenti effetti collaterali da captopril, si
sono verificati in pazienti con preesistenti situazioni di danno
di vario grado della funzionalità renale; pertanto, in
pazienti portatori di insufficienza renale di grado elevato,
ACEDIUR MITE dovrebbe essere impiegato con cautela, valutando
attentamente il rapporto dei potenziali rischi e benefici.
Neutropenia/Agranulocitosi - Il rischio di neutropenia
dipende dalle condizioni cliniche del paziente.
Durante studi clinici su pazienti ipertesi con funzione renale
normale (creatinina sierica inferiore a 1,6 mg/dL e senza
malattie del collageno) la neutropenia si è manifestata in
un paziente su 8.600 trattati.
In pazienti con lieve disfunzione renale (creatinina sierica
superiore a 1,6 mg/dL) senza malattie del collageno ed in terapia
con dosi giornaliere relativamente alte di captopril, l'incidenza
di neutropenia si è verificata approssimativamente in un
caso ogni 500 pazienti trattati, dimostrando una frequenza 15
volte superiore a quella riscontrata per l'ipertensione non
complicata. La contemporanea somministrazione di allopurinolo e
captopril è stata associata a neutropenia.
Durante studi clinici, nel 3,7% dei pazienti con malattie del
collageno (per es.: lupus eritematoso sistemico, sclerodermia),
funzione renale compromessa o in terapia immunosoppressiva o con
citostatici si è verificata neutropenia.
La neutropenia si è generalmente manifestata entro 3
mesi dall'inizio della terapia con captopril. In genere, il
numero dei neutrofili è ritornato nella norma entro 2
settimane dall'interruzione della terapia con captopril e le
infezioni gravi si sono verificate esclusivamente in pazienti dal
quadro clinico complicato. Circa il 13% dei casi di neutropenia
ha avuto esito fatale, ma tutti i decessi hanno riguardato
pazienti con gravi malattie come insufficienza renale, malattie
del collageno, insufficienza cardiaca o in terapia con
immunosoppressori.
Si dovrà sempre tenere sotto stretto controllo la
funzione renale nei pazienti ipertesi o con insufficienza
cardiaca.
In pazienti con insufficienza renale si dovrà
effettuare il conteggio dei leucociti con formula leucocitaria
prima di iniziare la terapia con captopril. Tale analisi
verrà ripetuta ogni 2 settimane durante i primi 3 mesi
della terapia e periodicamente in seguito.
In pazienti con malattie del collageno o che assumono altri
farmaci noti influenzare i leucociti o la risposta immunitaria,
in particolar modo in presenza di insufficienza renale, il
captopril dovrà essere utilizzato solo se il beneficio
supera il rischio. Dato che l'interruzione della terapia con
captopril e altri farmaci ha generalmente portato ad un immediato
ritorno del numero dei leucociti nella norma, allorquando la
diagnosi di neutropenia è confermata (conta dei neutrofili
< 1.000/mm3) il medico dovrà interrompere la
terapia con captopril seguendo attentamente il decorso clinico
del paziente.
Iperpotassiemia - In alcuni pazienti, trattati con
ACE-Inibitori, compreso il captopril, è stato osservato
aumento del potassio sierico. Quando trattati con ACE-Inibitori,
i pazienti a rischio di iperpotassiemia sono quelli con
insufficienza renale e diabete mellito e quelli già in
terapia con diuretici risparmiatori di potassio, supplementi di
potassio o sostituti del sale contenenti potassio o altri
medicinali noti aumentare i livelli di potassio (per es.:
eparina).
Informazioni per i pazienti - È opportuno che il
paziente segnali immediatamente al medico ogni sintomo di
angioedema (p. es.: gonfiore del viso, degli occhi, delle labbra,
della lingua, della laringe e delle estremità;
difficoltà ad inghiottire o a respirare; raucedine) ed
interrompa la terapia.
I pazienti, inoltre, dovranno segnalare immediatamente al
medico l'eventuale comparsa di segni indicativi di neutropenia
(come ad esempio: mal di gola e febbre).
Le donne in età fertile dovranno essere informate delle
conseguenze derivanti dall'assunzione di ACE-Inibitori,
conseguenze non dannose se il prodotto è somministrato
durante il primo trimestre di una eventuale gravidanza. In caso
di sospetta gravidanza, le pazienti dovranno informare
immediatamente il loro medico curante.
Ipotensione - L'effetto antiipertensivo di ACEDIUR MITE
è di regola ben tollerato, tuttavia possono essere
talvolta avvertite sensazioni di sonnolenza o di "testa vuota"
generalmente lievi, indicative di un'ipotensione che può
verificarsi entro un'ora dall'assunzione della prima dose.
Nella maggior parte dei casi tale sintomatologia può
essere facilmente controllata suggerendo al paziente di mettersi
in posizione supina. In pazienti sodio e/o volume depleti da
precedenti elevate dosi di diuretico o da marcata restrizione di
sodio nella dieta, un'occasionale eccessiva risposta ipotensiva
potrà essere rapidamente risolta per mezzo di infusioni
endovenose di soluzione fisiologica e prevenuta dall'uso iniziale
di basse dosi del prodotto. Un eventuale episodio ipotensivo,
successivo ad una dose iniziale di ACEDIUR MITE non preclude la
possibilità di proseguire con successo il trattamento
adeguando la posologia.
Chirurgia/Anestesia - In pazienti sottoposti ad
interventi di alta chirurgia o durante l'anestesia, l'uso di
ACEDIUR MITE può provocare ipotensione, correggibile
mediante espansione della volemia. Esso può anche
aumentare la risposta alla tubocurarina.
Equilibrio idro-elettrolitico - I pazienti in
trattamento con diuretici dovrebbero essere osservati per segni
clinici di modificato equilibrio idro-elettrolitico. A causa
della presenza del diuretico tiazidico, può capitare
iponatremia da diluizione in pazienti edematosi in caso di
esposizione del paziente a calore intenso. I tiazidici possono
diminuire l'escrezione di calcio. In alcuni pazienti in terapia
protratta con tiazidici sono state riscontrate alterazioni
patologiche della ghiandola paratiroidea con conseguente
ipercalcemia ed ipofosfatemia. La terapia tiazidica dovrà
essere sospesa prima che vengano effettuate le prove di
funzionalità paratiroidea.
La terapia tiazidica ha mostrato di aumentare l'escrezione
urinaria del magnesio con conseguente riduzione dei livelli
plasmatici dello stesso.
Poiché il captopril riduce la produzione
dell'aldosterone, la sua associazione con l'idroclorotiazide
può minimizzare o annullare l'eventuale incidenza di
ipokaliemia indotta dal diuretico.
Il paziente dovrà considerare che una eccessiva
perspirazione o disidratazione possono causare un eccessivo
abbassamento della pressione dovuto alla riduzione del volume dei
fluidi. Altre cause di volume deplezione, quali vomito e diarrea,
possono portare ad un abbassamento della pressione, in questi
casi è opportuno che il paziente informi il medico.
È bene che il paziente non usi diuretici risparmiatori
di potassio, supplementi di potassio o sostituti del sale
contenenti potassio senza consultare il medico.
Stenosi dell'aorta - ACEDIUR MITE, come ogni farmaco
che riduce le resistenze vascolari, deve essere usato con estrema
cautela nei pazienti con stenosi dell'aorta, a causa delle
potenziali pericolose conseguenze della riduzione della
perfusione coronarica secondaria alla diminuzione della pressione
arteriosa.
Uso pediatrico - Non sono state ancora stabilite
l'efficacia e la sicurezza di ACEDIUR MITE nei bambini.
Malattie epatiche - Non vi sono esperienze di
trattamento con ACEDIUR MITE in pazienti con grave insufficienza
epatica o malattie progressive del fegato.
Nel corso di trattamento con ACE-Inibitori è stata
raramente descritta una sindrome itterica con grave evoluzione
verso l'epatite fulminante. Pertanto, i pazienti trattati con
ACE-Inibitori che sviluppino ittero o marcato incremento degli
enzimi epatici devono sospendere la terapia ed essere
adeguatamente trattati.
I tiazidici devono essere usati con cautela in pazienti con
funzione epatica compromessa o un'epatopatia progressiva, in
quanto minime alterazioni del bilancio idro-elettrolitico possono
indurre coma epatico.
Diabete - Nei pazienti diabetici i tiazidici possono
modificare il fabbisogno insulinico, come pure, evidenziare forme
latenti di diabete mellito. Il captopril può causare una
falsa positività nel test per l'acetonuria.
Disturbi metabolici - A causa della presenza del
diuretico tiazidico, possono essere registrati episodi di
iperuricemia fino ad episodi di gotta franca.
Dato che il captopril riduce la produzione di aldosterone,
raramente si può verificare una elevazione della
potassiemia, soprattutto in pazienti con insufficienza renale.
Diuretici risparmiatori di potassio come lo spironolactone, il
triamterene e l'amiloride se necessari dovrebbero essere
somministrati con cautela dato che possono portare ad un
significativo incremento della potassiemia. È opportuno
somministrare con cautela il captopril in pazienti già in
terapia con immunosoppressori, procainamide, allopurinolo ed
altri farmaci noti causare neutropenia.
IPOTENSIONE: pazienti trattati con diuretici: i pazienti in
terapia con diuretici e specialmente quelli che hanno iniziato di
recente tale terapia, come anche coloro che osservano un severo
regime dietetico povero di sale o che sono in dialisi, possono
occasionalmente presentare un abbassamento repentino della
pressione, normalmente durante la prima ora dopo la dose iniziale
di captopril.
AGENTI AD ATTIVITÀ VASODILATATRICE: nitroglicerina o
altri nitrati (usati per il trattamento dell'angina) o altri
medicinali ad attività vasodilatatrice dovranno, se
possibile, essere interrotti prima di iniziare la terapia con
ACEDIUR MITE. Se tali medicinali saranno risomministrati durante
terapia con ACEDIUR MITE, questi dovranno essere utilizzati con
cautela, e ai dosaggi inferiori.
AGENTI CON ATTIVITÀ SUL SISTEMA NERVOSO SIMPATICO: il
sistema nervoso simpatico può avere una importanza
particolare nel regolare la pressione nei pazienti in terapia con
captopril da solo o in associazione con diuretici. Comunque,
agenti con attività sul sistema nervoso simpatico (per es.
agenti bloccanti gangliari, I-MAO o bloccanti del neurone
adrenergico) dovranno essere usati con cautela. I medicinali che
bloccano il sistema beta-adrenergico aggiungono alcuni effetti
antiipertensivi al captopril, ma la risposta è meno che
additiva.
INIBITORI DELLA SINTESI ENDOGENA DELLE PROSTAGLANDINE:
è stato riportato che l'indometacina può ridurre
gli effetti antiipertensivi del captopril. Altri agenti
antiinfiammatori non steroidei (per es.: aspirina) possono avere
questo stesso effetto.
LITIO: in pazienti in terapia con ACE-Inibitori e litio sono
stati riportati aumenti dei livelli sierici di litio e sintomi di
tossicità da litio. Questi medicinali dovranno essere
somministrati in associazione con cautela e si raccomanda il
monitoraggio frequente dei livelli sierici del litio. Inoltre, i
diuretici riducono la clearance renale del litio ed aumentano il
rischio di tossicità dovuta al litio. L'idroclorotiazide
deve essere somministrata con cautela ed i livelli di siero
dovranno essere monitorati periodicamente.
ALCOOL, BARBITURICI E NARCOTICI: si può verificare
potenziamento di ipotensione ortostatica.
AMFOTERICINA B, CORTICOSTEROIDI O CORTICOTROPINA (ACTH):
l'idroclorotiazide può causare squilibrio elettrolitico,
soprattutto ipokaliemia.
CARDIOGLICOSIDICI: possibile aumento della tossicità
della digitale associata a ipokaliemia indotta dai tiazidici.
MIORILASSANTI NON DEPOLARIZZANTI, ANESTETICI E PREANESTETICI
USATI IN CHIRURGIA: l'uso di questi medicinali può essere
potenziato dalla somministrazione concomitante di
idroclorotiazide.
AMINE PRESSORIE (per es.: norepinefrina): utilizzare con
cautela i due prodotti contemporaneamente in pazienti da
sottoporre ad intervento chirurgico. Se possibile, interrompere
la terapia con idroclorotiazide una settimana prima
dell'intervento chirurgico.
(V. "Controindicazioni"). In caso di gravidanza sospetta o
accertata, è opportuno informare subito il medico
curante.
Lesioni e mortalità fetali e/o neonatali -
Quando impiegati in gravidanza, durante il 2° o 3°
trimestre, gli ACE-Inibitori possono causare danni al feto ed in
alcuni casi anche morte dello stesso. In caso di accertamento di
gravidanza, durante la terapia con ACE-Inibitori, è
opportuno interrompere detta terapia.
Gravidanza-Effetti non teratogenici - Idroclorotiazide:
i tiazidici attraversano la barriera placentare e sono ritrovati
nel cordone ombelicale. Il medico dovrà valutare
attentamente il rapporto rischio/beneficio derivante dalla
somministrazione dei tiazidici, considerando tra i possibili
rischi: ittero fetale e neonatale, trombocitopenia ed altri
effetti indesiderati già verificatesi negli adulti.
Allattamento - Sia captopril che idroclorotiazide sono
escreti nel latte materno. Data la possibilità di gravi
effetti indesiderati per il lattante causati da captopril ed
idroclorotiazide, il medico dovrà valutare
l'opportunità di interrompere l'allattamento o la terapia
considerando l'importanza di quest'ultima per la madre.
Nessuno noto.
Con l'uso dei singoli componenti, sono noti dalla letteratura
i seguenti effetti collaterali dovuti ai diuretici tiazidici:
disturbi gastrici, debolezza, ipopotassiemia, iperglicemia,
glicosuria, iperuricemia, ipercalcemia, spasmi muscolari ed
occasionale nicturia nei primi giorni di terapia, episodi di
gotta franca, porpora, fotosensibilizzazione ed altre reazioni di
ipersensibilità o autoimmuni (rash, orticaria, angioite
necrotizzante, sindrome di Stevens-Johnson), vertigine e cefalea,
leucopenia, agranulocitosi, trombocitopenia, anemia aplastica ed
emolitica, parestesia; ed i seguenti dovuti al captopril:
neutropenia e proteinuria (vedere: "Speciali precauzioni per
l'uso"). Rush cutaneo (generalmente entro le prime quattro
settimane di terapia). Il fenomeno, talvolta pruriginoso e di
tipo maculopapulare, è di breve durata, reversibile, e
nella maggioranza dei casi non richiede l'interruzione della
terapia. Alterazioni transitorie della percezione del gusto. Il
fenomeno è limitato nel tempo e vi si può associare
una perdita di peso. Stomatite con aspetto pseudo aftoso,
raramente irritazione gastrica e dolore addominale. Sono stati
riportati inoltre: tachicardia o ipotensione, in occasione delle
prime somministrazioni del prodotto, in pazienti con grave sodio
e/o volume deplezione, quali quelli trattati in precedenza con
alte dosi di diuretici, ed assai raramente tosse,
linfoadenopatie, parestesia delle mani e manifestazioni del tipo
malattia da siero, angioedema, reazione pemfigoide reversibile,
rare anche le osservazioni di aumento degli enzimi epatici senza
un accertato nesso di causalità con il prodotto.
Non si conoscono casi di dosaggi eccessivi con ACEDIUR MITE.
Il trattamento del sovradosaggio dovrebbe essere sintomatico e di
supporto. Se l'ingestione è recente, lo stomaco dovrebbe
essere svuotato mediante lavanda gastrica. Disidratazione,
squilibrio elettrolitico, ipotensione e coma da sovradosaggio
diuretico, dovrebbero essere trattati con le terapie standard. Il
captopril si elimina per dialisi.
Il captopril e l'idroclorotiazide riducono la pressione
arteriosa attraverso un meccanismo d'azione sinergico. La ridotta
disponibilità di sodio a seguito dell'effetto natriuretico
operato dall'idroclorotiazide produce un miglior substrato
d'attività per il captopril, migliorandone l'effetto
antiipertensivo. La riduzione del volume plasmatico indotta dal
diuretico, infatti, diminuisce la pressione arteriosa, ma
contemporaneamente stimola la produzione di renina (e quindi di
angiotensina), e questa conseguenza potrebbe vanificare in misura
variabile l'azione antiipertensiva del diuretico. Questa
attivazione riflessa del sistema renina-angiotensina viene invece
sfruttata positivamente grazie alla presenza del captopril
(inibitore selettivo dell'enzima di conversione dell'A I in A
II), il quale ha in tali circostanze la possibilità di
esplicare al meglio la propria attività antiipertensiva,
trovandosi ad agire sul suo naturale substrato massimamente
attivato. L'azione antiipertensiva propria del captopril, si
esplica quindi, diminuendo le resistenze periferiche ed
aumentando l'eliminazione di sodio e di acqua, per la ridotta
secrezione di aldosterone. Il captopril può interferire
con la degradazione della bradichinina, peptide vasodilatatore.
Inoltre, elevate concentrazioni di bradichinina o prostaglandina
E2, possono avere un ruolo nell'effetto terapeutico
del captopril.
Dal punto di vista clinico la prova del sinergismo d'azione
captopril-idroclorotiazide è costituita dal raggiungimento
di effetti ipotensivi uguali o migliori rispetto all'impiego dei
farmaci usati a dosaggio pieno, con l'utilizzazione di solo il
50% del dosaggio abituale dei due componenti. L'utilizzazione di
dosaggi più bassi, peraltro, consente di avere una minore
incidenza di effetti collaterali indesiderati. Il captopril,
forse a seguito dei suoi meccanismi d'azione, non induce in
genere gli effetti secondari comuni della terapia antiipertensiva
standard e pertanto non compromette la qualità della vita
del paziente. Inoltre, se l'utile somministrazione di diuretici
tiazidici, quale l'HCTZ nella terapia antiipertensiva, può
comportare indesiderata perdita di potassio, responsabile di
astenia e di altre reazioni secondarie, l'uso concomitante di un
inibitore dell'enzima di conversione come il captopril,
producendo una diminuzione dell'aldosterone, riduce l'escrezione
di potassio; ciò tende a compensare lo squilibrio
elettrolitico con conseguente miglioramento del profilo di
sicurezza della terapia antiipertensiva. L'impiego dell'inibitore
dell'enzima di conversione captopril, in virtù di un
aumento del flusso plasmatico renale, può giovare anche a
ridurre la comparsa e l'entità della iperuricemia e della
iperglicemia osservabili durante la terapia antiipertensiva con
soli diuretici tiazidici.
Gli effetti antiipertensivi del captopril e
dell'idroclorotiazide si sommano così non solo in termini
di efficacia, ma anche di sicurezza. La riduzione della pressione
avviene sia in posizione eretta che supina e non è
accompagnata da modificazioni della portata cardiaca a differenza
di quanto avviene con i beta-bloccanti. Dopo sospensione del
farmaco non è stato osservato alcun aumento repentino
della pressione arteriosa.
Dopo somministrazione orale, il captopril viene rapidamente
assorbito raggiungendo concentrazioni ematiche massime nel giro
di un'ora. La presenza di cibo nel tratto gastro-intestinale
riduce l'assorbimento del captopril, ma non modifica l'effetto
antiipertensivo.
Dopo somministrazione orale di una dose marcata con
radioisotopi, la apparente emivita di eliminazione della
radioattività totale nel sangue è di circa dodici
ore entro l'intervallo di tempo di dodici-quarantotto ore. Circa
il 75% di una dose di captopril è escreto con le urine.
L'assorbimento dell'idroclorotiazide è relativamente
rapido. L'effetto del diuretico si manifesta due ore dopo la
somministrazione e il suo massimo effetto è raggiunto dopo
circa quattro ore.
L'idroclorotiazide viene rapidamente eliminata per via
renale.
La presenza dell'idroclorotiazide non altera la cinetica del
captopril.
Il prodotto captopril-idroclorotiazide è risultato
scarsamente tossico. La DL50 orale è risultata
superiore a 8.000 mg/kg; quella intraperitoneale oscillante fra
1.220 mg e 3.000 mg/kg. Sia le prove di tossicità cronica
a medio termine nel ratto che quelle effettuate nella scimmia non
hanno evidenziato effetti tossici di una certa gravità.
Non sono stati evidenziati segni di embrio e fetotossicità
o teratogenicità nel ratto.
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Nessuna nota.
36 mesi.
Le confezioni di ACEDIUR MITE vanno conservate a temperature
inferiori ai 30 °C.
Tenere fuori della portata dei bambini.
Astuccio contenente 12 compresse in blister opaco.
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A. Menarini Industrie Sud s.r.l. - L'Aquila.
Su licenza E.R. SQUIBB & SONS, INC.
A.I.C. n. 025767029. Data della prima commercializzazione:
gennaio 1990.
Da vendersi dietro presentazione di ricetta medica.
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Non soggetto al D.P.R. n. 309 del 9/10/1990.
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